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Cratægus
Monogyna Jacq.:
(Rosaceae)
Nome
comune: Biancospino
Area
d'origine: Europa, Asia temperata
Famiglia:
rosacee - Proprietà: tonico del cuore e dell'apparato circolatorio,
antispasmodico, sedante, equilibratore; combatte l’insonnia nervosa,
le palpitazioni, le aritmie; esercita un’azione dilatatrice sulle
coronarie. Arbusto o alberello di circa un paio di metri in altezza,
è capace di vivere centinaia d'anni. Un testo francese riferisce
di un biancospino di circa 600 anni, con un tronco di 2 metri di
diametro. Ha foglie caduche, divise in lobi, fiori bianchi in larghe
cime, che a volte possono essere anche rosate, e bacche rosse, zuccherine
e acidule, di gusto piacevole.
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Sono
considerate commestibili, ma nessuno le mangia, benché in tempi
più poveri si riducessero in farina o si mescolassero alla pasta
del pane. E, come per tante altre bacche che contengono zuccheri,
in molte regioni se ne ricavava un vinello di bassa gradazione alcoolica,
ma molto apprezzato(vedi ricetta in basso!). Non si può nominare
il biancospino senza che il pensiero corra alla celebre siepe descritta
da Marcel Proust. La commozione che prova lo scrittore nel descriverla
rinnova la commozione che tutti noi abbiamo un giorno provato, se
mai abbiamo avuto la felice occasione di vedere apparire all'improvviso,
al margine di un bosco, del nostro bel Parco, il trionfo di un biancospino
fiorito: il disegno nero dei suoi rami intricati e contorti sui
quali brillano fragili e trepidanti le bianche corolle che il vento
subito sfoglia. Una pianta così toccante non poteva non attirare
su di se l'attenzione; leggende pagane, ma soprattutto cristiane,
superstizioni, credenze e simboli, invocazioni di poeti si affollano
attorno a questo spino selvaggio, così aspro e così dolce allo stesso
tempo. "Qui e la' si aprivano le loro corolle con una grazia spensierata,
trattenendo negligentemente, in un ultimo, vaporoso alone il mazzo
degli stami, che le velavano di una nebbia" (Marcel Proust). Le
leggende cristiane, per il candore verginale dei suoi fiori, lo
hanno subito associato al culto della Vergine. Narra una delle leggende
che la Madonna, avendo lavato i vestiti di Gesù bambino, li mise
ad asciugare su un arbusto spinoso il quale, per la gioia di essere
il prescelto, da quel giorno, ogni maggio, si copre di fiori immacolati.
In Francia si crede invece che il biancospino, colpevole di aver
fornito la corona di spine per il martirio di Cristo, nel giorno
del Venerdì Santo emetta gemiti dal tronco. Ma il simbolismo del
biancospino è molto controverso. Fiore dei matrimoni nell'antica
Roma, augurio di felicità e prosperità, fiore che protegge i bambini
nelle culle, diventa nel Medioevo pianta che porta mala sorte, se
i suoi rami si portano in casa. I simboli positivi tuttavia vincono:
in Irlanda è messo a crescere accanto ai pozzi sacri, come protezione,
in Bretagna accanto alle case per allontanare i fulmini. E addirittura
albero capace di donare l'immortalità, come è detto nella saga sumerica
quando un vecchio rivela a Gilgamesh nelle profondità del mare cresce
una pianta, il biancospino; le sue spine pungono come quelle della
rosa. Se l'uomo riesce a impossessarsene può, assaggiandone i frutti,
riacquistare la giovinezza. Ad alimentare le superstizioni negative
invece è stato l'odore del biancospino, che alcuni definiscono "un
odore amaro e dolce di mandorle", ma per altri è odore di pesce
marcio; o, peggio, "l'odore dolce e ammorbante della peste". Confermano
i chimici che nell'essenza di biancospino vi è un componente, la
trimetilamina, che è quella presente nella materia in decomposizione.
Gli insetti che si cibano di questa, infatti, sono gli stessi che
visitano, per impollinarli, i fiori del biancospino. Il biancospino
fatato è sacro e inviolabile poiché segna i territori delle fate,
soprattutto quando un cespuglio solitario cresce spontaneamente
in un campo aperto. Abbattere un biancospino porta calamità e disgrazie
poiché significa disonorare o non rispettare i territori delle fate
che vivono vicino a noi. Onorando il sacro biancospino, gli abitanti
del Mondo di Mezzo acquisiscono la capacità di curare e proteggere
la santità di ogni aspetto della vita e, in questo modo, divengono
più saggi; Forse gli amici dell'autodromo non conoscono o non credono
a queste leggende, comunque qualche mese fa è stato abbattuto, per
sbaglio, un biancospino centenario nei boschi all’interno dell'impianto,
ma si sa un fondo di verità esiste in ogni leggenda!!! L'albero
o il cespuglio di biancospino fatato ci ricorda la presenza delle
fate che vivono nelle vicinanze. Segna i territori delle fate e
il terreno circostante è benedetto dalla sua presenza. La saggezza
popolare ci informa che è pura follia tagliare o danneggiare un
biancospino, soprattutto se si tratta di un albero solitario che
cresce in uno spazio aperto e segna il confine tra vicini, nei pressi
di un pozzo sacro, di un cerchio delle fate o di una casa. Persino
la "gente di città" costruisce piccoli cortili all'interno dei complessi
urbani per i biancospini solitari, temendo di incorrere nell'ira
delle fate. Nessuna meraviglia che, come dice la tradizione, tagliare
un biancospino sia punito con terribili sciagure e persino con la
morte. Praticamente dovunque, nell'Irlanda rurale, si narra la storia
di un uomo che volle ignorare il consiglio dei suoi vicini, tagliò
un biancospino e morì poco tempo dopo. Un ben noto incidente, avvenuto
non molto tempo fa nella contea di Antrim, viene raccontato da Jim
Grant di BeIfast. Alcuni anni fa, durante la costruzione di un'immensa
fabbrica, un biancospino non venne nemmeno sfiorato dagli operai.
I "ragazzi" del posto abbatterono tutto il resto ma non lo toccarono
ne lo disturbarono in nessun modo. La compagnia alla fine lo fece
togliere da un inglese. L'uomo abbatte l'albero e strappò le radici
con un bulldozer: La fase successiva era quella di interrare dei
pilastri di cemento larghi 30 centimetri e alti 3 metri: per mettere
le fondamenta. Li piantarono ma quando tornarono la mattina dopo
erano tutti spostati di un metro! Così li dovettero sistemare di
nuovo. Il mattino dopo i pilastri erano spostati sempre di un metro
ma nella direzione opposta rispetto alla prima volta! Così fecero
una riunione per scoprire di chi fosse la colpa. L'uomo più basso
dell'assemblea si alzò in piedi e disse: "L'unico modo in cui potrete
costruire la vostra fabbrica è rimettendo il nostro albero dove
si trovava”. E gli altri ribatterono: “Come facciamo dato che lo
abbiamo tagliato?” L'uomo rispose: “Fatelo innestare”. Nessuno gli
credette all'inizio, naturalmente. Allora chiamarono uno specialista
di alberi olandese. Questi innestò le radici sull'albero. Adesso
c'è un cortile in mezzo alla fabbrica con al centro un albero di
biancospino. Nessuno ha più visto l'uomo delle fate ma il biancospino
cresce rigoglioso. Secondo la tradizione, il biancospino fiorisce
il primo maggio, indicando l'arrivo dell'estate. Sempre inclini
a festeggiare, le fate lo amano non solo per le sue spine protettive
ma anche per l'allegria che la bella stagione porta con sè. Quando
fiorisce il Biancospino, tutto fiorisce e tutto canta nelle campagne:
per cui esso è l'emblema della più bella idea del cuore, quella
che noi chiamiamo speranza o fede nella felicità. Simbolo quindi
della speranza e delle care sensazioni. Ma è il simbolo anche della
prudenza, in quanto bisogna andar cauti nel coglierne un ramoscello
fiorito ricco di spine e di aculei poderosi. "Era busso ricciuto
o biancospino da cui dorata trasparia la sera" (Giovanni Pascoli).Nella
Cultura Celtica vi è una stretta correlazione tra le piante e la
grande Dea, personificazione della Potenza della Natura, e per questo
molto alberi sono dedicati ai diversi aspetti della grande Madre.
Tra le più care alla Dea vi è il Biancospino dimora preferita delle
Fate, generalmente associato ai riti di fertilità che avevano luogo
durante la festa di Beltane, ancora oggi si presta molta attenzione
a passare accanto a tre alberi di Biancospino cresciuti insieme
a formare un angolo acuto perché ritenuti in grado di sprigionare
un'energia magica molto potente. Il biancospino è associato alle
forze elementari e caotiche e perciò solo i Druidi possono padroneggiarne
la potenza.
PROPRIETA'
MAGICHE E CURATIVE: Uno degli incantesimi più efficaci della tradizione
irlandese è il Glam Dicin : quando il File vuole scagliarlo contro
il Re che non ha rispettato l'accordo, dopo aver digiunato ritualmente
sulla sua terra, si reca al tramonto con sei Bardi e Druidi, tra
cui un "Ollam" molto potente, su una collina sulla cui sommità cresca
un biancospino. Quindi volgendo le spalle alla pianta e tenendo
in mano una pietra da fionda e un ramo della stessa, cantano lanciando
l'incantesimo contro il Re, depositando poi la pietra e il ramo
sulla radice dell'albero. Le conseguenze di questo rito sono devastanti,
perché de essi avevano torto venivano immendiatamente inghiottiti
dalla collina, se invece il re era colpevole , allora sarebbe stato
lui stesso, con la moglie e i figli ad essere inghiottiti dalla
collina. Le proprietà officinali invece tramandano che la scorza
dei rami giovani di Biancospino venivano utilizzati come febbrifugo
e i frutti come astringenti. Oggi la "Valeriana del Cuore" è uno
dei migliori antispasmodici: regola la pulsazione cardiaca e la
pressione sanguigna. Il fiore è utile per ammorbidire le arterie
indurite, mentre i frutti si adoperano in gargarismi contro il mal
di gola, dagli stessi frutti rossi si ricava una bevanda molto inebriante.
La Medicina moderna poi riconosce al Sambuco un'efficace azione
diretta sul sistema nervoso, indicata per pazienti che soffrono
d'insonnia, vertigini e ronzii alle orecchie.
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